Nella prima metà del Seicento esisteva a Torino una “Università dei Pittori, Scultori e Architetti” che nel 1652 diventerà la Compagnia di San Luca. È nel 1678 che la “Compagnia” prende l’appellativo di Accademia grazie a Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, vedova di Carlo Emanuele II, la quale ispirandosi alla Académie Royale de Paris la trasforma nella “Accademia dei pittori, Scultori e Architetti” di Torino[1]. La costituzione della Reale Accademia di pittura e scultura nel 1778, a un secolo di distanza dalla prima fondazione, fu tra i primi avvenimenti che inaugurarono il periodo delle riforme del regno di Vittorio Amedeo III sotto la spinta di una politica di promozione e di aggiornamento culturale.
Nel 1833 Carlo Alberto, particolarmente sensibile all’arte, rifonda la vecchia accademia dandole il nuovo nome di “Regia Accademia Albertina”[1]. L’Accademia si trasferisce nel nuovo palazzo donato da Carlo Alberto, e si crea una pinacoteca con scopi principalmente didattici. Molti dipinti furono donati dal marchese Monsignor Mossi di Morano, tra cui una preziosa pala d’altare di Filippo Lippi[2]. Molto rapidamente la pinacoteca si arricchisce fino a diventare un rilevante patrimonio museale, un’importante gipsoteca e una vasta biblioteca, che raccoglie accanto a volumi preziosi, stampe, disegni e fotografie di valore inestimabile. (Fonte Wikepedia)