Esistono anche alcuni coraggiosi, come Matteo e Francesca, che vanno contro la tendenza diffusa di abbandonare le zone montane e tornano invece a vivere questi territori. Lui di 28 anni, lei studentessa di economia aziendale di 23 anni stanno insieme da quattro anni e dal 2018 amministrano parte della borgata della Prese delle Rose, situata sopra Valgioie (TO). La vicenda che ha portato Matteo ad avere il comodato d’uso gratuito della casa è una storia di legami costruiti sulla fiducia profonda tipici di un’altra epoca. Il signor Mario soprannominato «Antenna» perché alzava sempre il dito, che possedeva la casa precedentemente, ha incontrato Matteo quando aveva circa 11 anni; negli anni successivi al primo incontro la loro frequentazione è stata costante e ha permesso loro di plasmare un rapporto ricolmo d’affetto, tanto che Matteo non ha esitato, parlandomene, a chiamarlo «nonno». Dal 2016, tuttavia, il signor Mario ha cominciato a sviluppare i sintomi della demenza senile, ma nonostante questo Matteo gli è sempre rimasto accanto, prendendosene cura fino al 4 gennaio 2018, quando poi è stato ricoverato, poiché la demenza era evoluta in Alzheimer. A partire da quel momento le chiavi della casa di Presa delle Rose sono state date in mano a Matteo, che non ha mai smesso di raccontare al proprietario originale dei suoi luoghi, finché il signor Mario stesso non l’ha esortato a stabilirvisi, incitandolo a non lasciare che «il suo camino diventasse freddo». Prendendo sotto la sua ala protettiva questi luoghi, Matteo sta portando avanti uno stile di vita, un lascito spirituale che pochi avrebbero saputo comprendere.
Quali sono le vostre attività principali?
Quali sono i pro e i contro di questa vita?
«Sicuramente sei lontano da tutti, quindi riesci a trovare degli spazi in cui riuscire a stare da solo» mi dice Francesca «ma dall’altra parte sei anche privo della maggior parte delle comunicazioni, quindi qualsiasi problema capiti può risultare difficile da gestire. In più, dal momento che sto per laurearmi, attualmente non me la sento di rinunciare completamente a quello per cui sto studiando.» «Sicuramente però qui ti senti vivo» continua Francesca, a cui Matteo dà pienamente ragione. «Quando la mattina ti svegli qui e vedi tutto rosso, con l’alba che illumina la valle, ti rendi conto che ne vale la pena». Per Matteo è una questione di scelta esistenziale: «Anche se non si finisce mai di lavorare, alcune amicizie vanno perdute e a volte è davvero pesante la vita, la soddisfazione di vedere completo ciò per cui hai lavorato tanto è impagabile».
Quale è la vostra più grande soddisfazione che avete avuto?
«L’aver preso sulle nostre spalle una borgata e averla risollevata dal degrado in cui era» mi risponde Matteo, senza pensarci troppo.
«Secondo i dati che ho trovato, qualcosa comincia a muoversi per venire incontro a voi, che abitate la montagna, per combattere lo spopolamento: voi ne avete effettivamente goduto?»
«Abbiamo provato a sfruttare il progetto di Ritorno alla montagna, che metteva a disposizione da 10.000 a 40.000 euro per coloro che cambiavano la propria residenza passando in un comune montano, ma essendo già residenti in comuni montani siamo stati esclusi.» mi spiega Matteo, a cui si unisce Francesca aggiungendo che rispecchiare le condizioni di questi bandi è veramente difficile e spesso si finisce per rimanerne esclusi.
Questi ragazzi dimostrano una forza e un’umanità che travalica la loro età e i luoghi in cui si trovano: sono realmente il simbolo della geografia «umana» più pura e più vera, quella costituita di uomini e di sentimenti. I loro sorrisi sono la prova che non è necessario uniformarsi per poter essere felici, se si ha qualcuno e qualcosa per cui lottare. Il loro lavoro e la loro fatica hanno il sapore bucolico di chi conosce il sudore e l’odore della stalla la sera, quando è già buio, ma la valle è costellata di diamanti. La loro compagnia sa di quei momenti unici che vanno oltre il nostro tempo e odorano di vite passate, mostrate attraverso fotografie custodite come tesori.
English Version
Bastian Contrario (plural “Contrari”) is an Italian idiomatic expression for the person who assumes the attitudes and opinions contrary to those of the majority.
There are also some daring ones, like Matteo and Francesca, who go against the widespread trend to leave mountain areas and, on the contrary, return to live these territories. He is 28, she is 23 and studies business economics. They have been together for four years and since 2018 they have been managing part of the Presa delle Rose hamlet, above Valgioie (TO). The story that led Matteo to have the house on a loan for use is a story of bonds built on the deep trust typical of another era. Mr. Mario – nicknamed «Antenna» because he always used to raise his finger -, previously owned the house. He met Matteo when he was about 11 years old; in the years following their first encounter, they kept spending time together, thus allowing them to shape a relationship full of affection, to the point that Matteo did not hesitate, while talking to me, to call him “grandpa”. Since 2016, however, Mr. Mario has developed the symptoms of senile dementia, but despite this Matteo has always remained by his side, taking care of him until January 4th, 2018, when he was hospitalized, as the dementia has evolved into Alzheimer. From that moment on, the keys of the house in Presa delle Rose were given to Matteo, who never stopped telling the owner about his places, until Mr. Mario himself encouraged him to settle there, urging him to do not let “his fireplace got cold”. Taking these places under his wing, Matteo is pursuing a lifestyle, a spiritual legacy that few would have been able to understand.
Which are your main activities?
«There is a lot of work to be carried out here, as no one has taken care of the hamlet for a long time» tells me Francesca, adding that, for this reason, she has renamed the place Presa delle “runse”, which means briars in Piedmontese. «Besides, from the 10th of October, 2020, cows have returned to this area, after a cleaning which took us one and a half months!» . «We are the only stall in Valgioie» (the town of Presa delle Rose hamlet) adds Matteo, with that pride coming of those who have worked hard to obtain this result. «Moreover, especially in winter and spring, I work as a woodcutter» explains Matteo «while in summer we make hay by hand».
What are the pros and cons of this life?
«You are far from everyone, of course, so you can hold space for yourself» tells me Francesca «but on the other hand you also lack most of the means of communication, you may have a hard time dealing with any problems that come up. Plus, since I’m about to graduate, I currently don’t feel like giving up completely what I’m studying for.»
«I feel alive here, definitely» continues Francesca, and Matteo fully agrees. «When you wake up in the morning and see everything red, the dawn lighting up the valley, you know that it’s worth it». To Matteo, it’s a matter of existential choice: «Even if you never stop working, lose some friends and sometimes life is heavy, the satisfaction at seeing that what you have been working hard for is accomplished is priceless».
What is your biggest satisfaction?
«Shouldering the weight of the hamlet and raising it again from the decay into which it was fallen.» answers Matteo, without thinking about it.
According to the data I have found, something is being done to help you, who live the mountains, to fight depopulation: did you actually benefit from it?
«We tried to take advantage of the project “Return to mountain”, that offered from 10,000 up to 40,000 euros to the people willing to move their residence to a mountain town, but we were excluded because we were already resident in the mountains.» explains Matteo, and Francesca confirms it, adding that meeting the requirements of these announcements is very difficult and you often end up being excluded.
These guys demonstrate a strength and humanity that goes beyond their age and the places they are in: they are really the symbol of the purest and truest “human” geography, the one made up of humans and feelings. Their smiles are proof that you don’t have to conform to be happy if you have someone and something to fight for. Their work and their toil have the bucolic flavor of those who know the sweat and smell of the stall in the evening, when it is already dark, but the valley is studded with diamonds. Their company tastes of those unique moments that go beyond our time and smell of past lives, shown through photographs kept as treasures.